Una firma per Salvare il Paese

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Di Seguito la lettera aperta inviata dal Presidente Nazionale di Confimprese Italia Guido D’Amico che affronta il tema del Caro energia e le conseguenze sul sistema imprenditoriale e sociale.

Buona letturainvita a firmare una petizione On Line

Lettera ai miei colleghi

Carissimi Colleghi

insieme a Voi desidero affrontare il tema costo di luce e gas divenuto insostenibile per le imprese e le famiglie.

         Con questa lettera, se ne condividete i contenuti, Vi esorto a mettere una firma per salvare il paese, e cito “il Paese” e non solo le nostre imprese, perché in questo momento, il nostro Paese è in grave pericolo.

In questi giorni l’argomento caro energia è stato trattato nei modi più svariati, anche da tanti nostri colleghi che hanno persino tentato di avviare delle iniziative fai da te. È stato messo in evidenza il costo iperbolico delle bollette, sono stati richiesti interventi, senza che nessuno specifichi che tipo di interventi, è richiesto una specie di miracolo al Presidente Draghi. Neanche dai partiti, sebbene in campagna elettorale, arrivano proposte concrete e di immediata attuazione.

Senza interventi mirati che non possono essere la rateizzazione delle bollette o il credito d’imposta tutte le aziende chiuderanno e vi ricordo a memoria anche di chi leggesse questa lettera e non fosse imprenditore, il perché. 

Abbiamo realizzato una ricerca a campione, sull’incidenza del costo energetico sul fatturato, nel mese di luglio, che solitamente è un mese che nell’economia annuale delle imprese pesa circa il 12%, superiore alla media mensile, del fatturato complessivo, e dai dati, che volutamente abbiamo arrotondato per difetto, emerge  si spiega perché non c’è futuro. é per evitare che questo avvenga che vi chiedo Una firma per il Paese. evitare questo

Per le aziende del commercio l’incidenza dei costi energetici varia tra l’8 ed il 12%, incidenza che spesso è pari o superiore a già gravoso costo di affitto. Negli esercizi della somministrazione senza cucina vale tra il 16%ed il 20%, mentre nelle attività di ristorazione con cucina il valore minimo è pari al 25% ed in alcuni casi supera il 50%. 

È evidente che con questi numeri la gestione è insostenibile per cui chiudere non è una opzione o una scelta, imprenditoriale, ma è un percorso obbligato, al quale senza interventi mirati da parte delle istituzioni, non possiamo sottrarci.

Non possiamo trascurare il dato che riguarda le famiglie perché in una famiglia tipo, luce e gas erodono il 25% della capacità di spesa e che questo dato avrà pesanti ripercussioni sui consumi interni.

Cari Colleghi.

La verità è che siamo in guerra, che siamo nelle mani degli speculatori.

         Che la guerra in Ucraina sia un buon paravento per gli speculatori, non siamo solo noi a dirlo, ci sono personaggi molto più importanti ed autorevoli di noi a confermarlo, tra i quali qualche Ministro. Ma qualunque sia la genesi del Caro Energia, il risultato è che ci troviamo in una situazione finanziaria che, conseguenze fisiche a parte, sta producendo gli effetti collaterali di una guerra e sta mettendo in ginocchio il Paese, ed è evidente che senza interventi immediati la coesione sociale del paese è altamente a rischio.

Se vi scrivo non è per aggiungermi alla pletora di esperti sul tema che pontificano dall’alto senza dare indicazioni, ma per spiegarvi, Cosa proponiamo e per chiedere il Vostro aiuto.

Penso che conveniate con me, oltre che lo certifica l’Unione Europea, che non vi è alcun un dubbio che stiamo parlando di SIEG, “servizi di interesse economico generale” e che pertanto si può derogare alle norme in materia di concorrenza e del mercato in quanto, nell’attuale situazione, imprese e cittadini non avranno più garantito l’accesso a questi servizi di base. 

Nei processi di privatizzazione e di affidamento di questa tipologia di servizi, un pilastro nella determinazione dei rapporti, è la garanzia e l’erogazione del servizio pubblico ed il mantenimento della coesione sociale tanto che, nel caso che le aziende concessionarie per garantire il servizio producano perdite è previsto un intervento di compensazione.

Ora siamo nella situazione inversa, cittadini ed imprese sono soffocati dai costi energetici mentre i concessionari fanno utili pazzeschi, è giunto il momento di riequilibrare la situazione.

         Il Governo, invece di intervenire con provvedimenti palliativi, deve fissare, per un periodo massimo di sei mesi, rinnovabile in caso l’emergenza perdurasse, una tariffa massima per luce e gas che sia proporzionale agli aumenti ISTAT, nel caso in cui i concessionari subissero delle perdite deve intervenire, come determinato dalla Corte di Giustizia Europea, caso Altmark anno 2003, garantendo ai concessionari “un margine di utile ragionevole, sostanzialmente rapportato al costo del denaro, che possa remunerare l’impresa per la perdita relativa all’immobilizzazione del capitale destinato all’erogazione del servizio pubblico”.

Colleghi,

attraverso una petizione chiederemo al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ed al Presidente del Consiglio Mario Draghi di intervenire con gli atti necessari per il conseguimento degli obiettivi prima proposti. Metti una firma per salvare il Paese

Mi congedo da Voi chiedendovi un impegno particolare nel firmare la Petizione, e vi chiedo di coinvolgere quanti più colleghi, lavoratori e semplici cittadini potete. 

È importante che un gesto semplice ma di grande valore democratico, morale ed impegnativo quale è la nostra firma per noi, possa arrivare ai massimi vertici dello stato portando un messaggio che racconta la tragicità della situazione, con una soluzione percorribile che testimonia la nostra voglia di andare avanti.

Un abbraccio

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